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Enti Locali: l’utilizzo dei Voucher Sociali come Best Practice

lentepubblica.it • 12 Maggio 2016

voucher socialiSia che si tratti di misure incentivanti a favore della cittadinanza in particolare di sostegno ai più indigenti sia che si tratti di forme di welfare aziendale, è sempre più diffuso in Italia l’utilizzo da parte delle amministrazioni locali dei cosiddetti “voucher” o buoni sociali ovvero titoli che garantiscono la finalizzazione dei contributi pubblici, la loro tracciabilità e la rendicontazione analitica, alternativi all’erogazione di denaro contante (che privo di tracciabilità, non assicura la corretta finalizzazione del capitolo di spesa), utilizzabili esclusivamente all’interno della rete degli esercizi convenzionati. Il successo di questo strumento, disponibile in formato cartaceo e digitale e sempre più utilizzato dai Comuni da Nord a Sud, è rappresentato infatti dalla semplicità con cui il nuovo sistema consente di distribuire meglio le poche risorse finanziarie disponibili e, allo stesso tempo, consente un monitoraggio e una rendicontazione rapida e trasparente delle stesse. In tal senso l’innovazione introdotta dai voucher rende immediata e semplice da gestire per gli enti locali la tracciabiità e la trasparenza della spesa sociale, e al tempo stesso favorisce distribuzione e assegnazione più efficace di contributi economici e servizi ai cittadini in difficoltà o bisognosi di forme di supporto.

 

Esempi ed esperienze

 

Francavilla, Recanati, Sant’Antonio Abate, Vigevano, Sarzana, sono solo alcuni degli esempi virtuosi di utilizzo dei servizi innovati di welfare. Il primo operatore a realizzare e gestire il sistema dei voucher è la Welfare Company Srl, società appartenente a QUI! Group Spa, con cui l’Anci ha stipulato nel 2015 un protocollo d’intesa per la diffusione verso i Comuni delle migliori esperienze sviluppate nell’ambito delle politiche di welfare a condizioni vantaggiose.  Gli esempi di utilizzo e le tipologie di strumento sono diversificati: dai Buoni Acquisto Sociali sostitutivi dei contributi in denaro contante per il sostegno al reddito e l’acquisto di generi di prima necessità, ai Buoni Scuola per i progetti di sostegno allo studio scolastico e l’acquisto di libri, materiale didattico e servizi parascolastici, ai Buoni Bebè per il sostegno ai nuovi nati e alle nuove Famiglie e l’acquisto di beni e servizi per la prima infanzia, ai Family Voucher per l’accesso a servizi di conciliazione vita-lavoro e l’acquisto di prestazioni domiciliari, educative e socio-assistenziali, ai Voucher Sport per promuovere e garantire la pratica sportiva ai cittadini a rischio di esclusione e pagare i costi di associazioni e strutture sportive convenzionate. I voucher non possono essere utilizzati per l’acquisto di alcolici, tabacchi, ricariche telefoniche, giochi e lotterie.

 

L’amministrazione comunale ha il vantaggio di finalizzare il contributo economico erogato in base agli scopi del proprio progetto sociale, di vincolarne l’utilizzo esclusivamente per l’acquisto di beni, servizi e prestazioni autorizzate presso una rete di punti di servizio affiliati. Ciascun gestore di servizi di voucher – come Welfare Company – cura e garantisce la creazione di una propria rete.  Il Comune ha il vantaggio, oggi quantomai importante in chiave di razionalizzazione e trasparenza finanziaria, di monitare la spesa pubblica, mediante accesso a una reportistica periodica e analitica contenente i dati sull’utilizzo dei Titoli Sociali e della destinazione dei fondi comunali. Con tali sistemi, il Comune riduce inoltre notevolmente i tempi di risposta alla domanda sociale sul proprio territorio, razionalizzando numero e tipologie di contributi erogati tramite un solo atto amministrativo, nel caso si individui un operatore in grado di coprire più fabbisogni. Le ricadute positive di tali iniziative coinvolgono quindi anche il tessuto economico produttivo locale rappresentato dai diversi punti convenzionati.

 

Il quadro normativo

 

La legge 328/2000 (articolo 17, comma 1) ha introdotto la possibilità per i Comuni di concedere «titoli validi per l’acquisto di servizi sociali dai soggetti accreditati del sistema integrato di interventi e servizi sociali ovvero come sostitutivi delle prestazioni economiche». Tali titoli (Voucher) consentono l’avvio di un «percorso assistenziale attivo per l’integrazione o la reintegrazione sociale dei soggetti beneficiari» (articolo 17, comma 2). Nel 2010 l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (Avcp ora Anac) con determinazione 9/2010 ha definito l’introduzione dei Voucher come «un modello generale di riforma del welfare» in quanto i titoli sono «strumenti alternativi alla concessione di contributi economici in denaro (…) validi come titoli di identificazione e legittimazione per accedere, a condizioni agevolate, ad una rete di punti di vendita e/o strutture accreditate per l’acquisto di prodotti o la fruizione di servizi». Successivamente l’Agenzia delle entrate nel 2011 si è espressa sul regime Iva, stabilendo che, essendo documenti di legittimazione ai sensi dell’articolo 2002 del Codice civile, l’acquisto dei voucher sociali da parte del committente «non assume rilevanza ai fini Iva» rientrando nel quadro delle operazioni di cui all’articolo 2, comma 3, lettera a), del Dpr 633/1972.

 

Le innovazioni più interessanti per gli enti locali

 

Il voucher elettronico con codice univoco Rfid, identifica e certifica la validità del buono in tempo reale, è ricoperto da uno strato di materiale asportabile che permette all’esercente, una volta ricevuto il buono, di validarlo in tempo reale e fatturarlo contestualmente, scongiurando il pericolo dei buoni falsi, non verificati o riutilizzati in modo non corretto alla volontà di spesa del committente. La piattaforma web Vse (Voucher Sociali Elettronici), realizzata in modalità cloud computing e accessibile da qualsiasi dispositivo connesso in rete, supporta l’ente nella gestione dei voucher con una interfaccia semplice ed intuitiva, per tutti gli ambiti di utilizzazione previsti per i buoni e i voucher elettronici, in coerenza con le politiche di digitalizzazione della Pa. Il Comune, tramite piattaforma web, ha la possibilità di caricare i voucher Sociali o sulla CNS Carta nazionale dei Servizi del Cittadino/Tessera Sanitaria Nazionale (CNS-TSN) o su una apposita Smart Card personalizzata con funzionalità cash-back.

 

I costi per l’ente locale

 

Non è previsto per il Comune alcun costo o commissione per la gestione del servizio, la selezione e l’affiliazione degli esercizi convenzionati. Il corrispettivo a carico del Comune, in virtù del Protocollo sottoscritto con Anci, è pari esclusivamente al valore nominale dei voucher ordinati. I voucher sono consegnati in 5 giorni lavorativi e quelli non distribuiti vengono rimborsati al Comune. Sono previste varie opzioni di personalizzazione e di reportistica analitica. Per i voucher elettronici, il Comune deve invece sostenere un costo di start-up e personalizzazione del portale VSE in base alle caratteristiche del proprio progetto di voucherizzazione e un costo per la commissione di servizio (applicata sull’importo totale degli acquisti effettuati dai Beneficiari durante il mese di competenza e registrati nel portale), in base all’importo stanziato dall’Amministrazione.

Fonte: ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani - articolo di Giada Maio
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